Ottobre, 2012 - Free Interior Design - E' ora di rinnovare

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ANALISI TECNICA DI UN VANO CALDAIA E BLOCCO SCALA SOGGETTI AL DEGRADO DI UMIDITA’ E INFILTRAZIONI D’ACQUA PIOVANA

ASPETTI DEL DEGRADO: PATOLOGIE E CAUSE

 Premettendo che il degrado che si è manifestato in varie parti strutturali del condominio, quali l’interno e l’esterno del locale caldaie  e sulle pareti interne del torrino scale e dell’ingresso del vano scale al piano terra, è dovuto ad una forte esigenza di condurre una politica di interventi di tipo manutentivo periodico, invece di procedere con interventi costosi, che se vengono proposti come interventi radicali, possono invece non essere risolutivi al problema reale.

La risoluzione del problema deriva da un’analisi approfondita delle cause, quali le elevate variazioni di temperatura, i fenomeni di piogge violente e le micro-fessurazioni presenti nelle pareti e nei solai, che sono punti di accesso all’acqua e all’umidità di condensa.

Ogni materiale costruttivo,  oggetto di infiltrazioni, presenta patologie diverse a seconda delle diverse condizioni climatiche, dalla presenza di acqua nel terreno, da cui fenomeni di risalita capillare, alla presenza di acqua sulle coperture, da cui fenomeni di infiltrazione nei muri e nell’intonaco.

Per approfondito studio delle cause si descrive di seguito per semplice conoscenza le cause e gli effetti di questi fenomeni.

La struttura di tamponamento dell’edificio è composto da materiali di origine vulcanica: tufo giallo napoletano, venuti alla luce (foto allegate) sotto strati di  intonaco superficiale di malta. Soggetto alla variazione del contenuto d’acqua, all’aggressività dei sali solubili e alle variabili condizioni locali, il tufo è soggetto a cospicui fenomeni disgregativi:

–          alto grado di porosità

–          alto coefficiente di assorbimento capillare

–          poca resistenza agli attacchi acidi

dovute alla sua composizione eterogenea di lapilli, cristalli, pomici.

Le cause di alterazione sono dovute a:

  1. agenti chimici
  2. agenti fisici
  3. agenti meccanici
  4. attacchi biologici

 

Agenti chimici…..il tufo non è soggetto ad ossidazione.

È facilmente attaccabile da CO2 e SO3 (anidride carbonica e anidride solforica)

che a contatto con l’umidità quindi con H2O si trasformano in H2CO3 e H2SO4 (acido carbonico e acido solforico), acidi che attaccano la pietra producendo sali poi dilavati dall’acqua quindi erosioni in superficie.

 

Agenti fisici………l’umidità provoca fenomeni diretti ed indiretti.

Direttamente sulla struttura alterando la resistenza dei conci allo schiacciamento,

diminuisce la durezza e la tenacità rispetto agli urti e agli attriti.

Indirettamente favorisce la crescita di piante parassitarie e animali che

corrodono la superficie della pietra con conseguente distacco di polveri e

crosticine.

L’alternanza di caldo umido freddo secco e le escursioni termiche danno al

materiale stimoli di espansione e contrazione da cui il formarsi evidente di

fenditure, inizialmente capillari, che poi creano distacchi di particelle, a cui si

associa l’eterogeneità del materiale (ogni componente risponderà in modo

diverso).

Le pareti in tufo a faccia vista, che si trovano esposte all’azione degli agenti

atmosferici, risentiranno maggiormente della

presenza dell’umidità e nei cantonali dove ci saranno danni agli strati di

intonaco, ed in presenza di gronde, sporti, davanzali,

cornicioni.

Fenomeni di idratazione e disidratazione con cristallizzazione dei sali contenuti dell’acqua e se si è in prossimità del mare,

l’acqua sarà ancora più ricca di sali marini dannosi così alla superficie muraria, cloruro di sodio NaCl. (salsedine o salmastro)

In un muro esposto a sud  se c’è un forte riscaldamento solare poi colpito da pioggia sarà soggetto a fenomeni di “termoclastismo”, cioè la frantumazione dei materiali litici del tufo con conseguente frantumazione della superficie muraria.

D’inverno le gelate compiono altrettanti danni: l’acqua in un materiale poroso gelando aumenta di volume, e la parte circostante si satura di vapor d’acqua, ed il materiale è scarsamente reattivo, la resistenza meccanica diminuisce.

 

Agenti organici…..Muffe, alghe, muschi e licheni nutriti dall’ambiente umido specie nelle zone esposte a nord, dove il sole non arriva mai, perché sensibili alle radiazioni ultraviolette, ma anche il sole ed il calore sono fonte di nutrimento per questi microrganismi.

  • Alghe: sensibile ai cambiamenti cambia colore e forma, se non si interviene cmq possono ripresentarsi. Le alghe azzurre sono le più resistenti in quanto le cellule del microrganismo sono protette da una guaina mucillaginosa che assorbe acqua fino a formare una riserva per sopravvivere anche in condizioni proibitive.
  • Muschi: piante primitive composte da più individui – gametofiti – che si riproducono tramite spore e con dei piccoli apparati radicali – rizine – si ancorano là dove l’intonaco è sollevato.
  • Licheni: associazione tra funghi e alghe che danno colori e forme particolari, dove l’alga porta nutrimento per fotosintesi, mentre il lichene forte della sua struttura – il tallo – protegge l’organismo dal sole e favorisce lo scambio di umidità con l’ambiente. La varietà è fondamentale da classificare e riconoscere per le differenti caratteristiche che presentano, per esempio quella più tenace è la specie del lichene crostoso, che attecchisce con forza sulla superficie esterna – endolitici – o penetra all’interno del materiale – epilitici. I licheni fangosi aderiscono solo a substrato per mezzo di un tallo a lamine ondulate in corrispondenza delle rizine. I licheni polverosi sono organismi imperfetti, ma altrettanto dannosi, perché si possono separare e continuare a vivere autonomi.

Agenti meccanici…Si tratta dell’azione delle piogge e del vento, di grandine sulle pareti esterne che provocano danni seri nel tempo.

 

Effetti dell’acqua

Altri sono i problemi derivanti:

–          umidità ascendente dal suolo

–          umidità depositata dall’aria per condensa

–          umidità da infiltrazione di pioggia e vento

–          attività biologica e geochimica

 

 

Umidità ascendente dal suolo

 

L’ascesa dell’acqua dal terreno attraverso le strutture fondali è causata dalla inadeguatezza di interventi barriera e permesso dai materiali quali tufo, rivestimenti non traspiranti, materiali porosi, di difficile studio, come la causa è difficile rilevarla, acque disperse da tubazioni rotte, acqua piovana che si raccoglie.  Per condurre degli studi occorre disporre di una misura dei coefficienti di assorbimento capillare, la capacità e la cinetica del materiale di assorbire acqua, a cui si procede con metodi a misura continui o discontinui. Quelli discontinui portarono con loro la difficoltà di rimaneggiare i campioni durante la prova, continui non garantiscono al precisione della prova.

 

Umidità proveniente dall’aria

 

L’acqua in natura si trova sottoforma di liquido, solido, gassoso ed il passaggio di stato è dovuto alla temperatura dell’ambiente in cui si trova: solido > gas = evaporazione…….gas  > liquido  = condensazione. L’aria può contenere un max di acqua fino a raggiungere la saturazione, più l’aria è calda più acqua può contenere, ma l’aria non è mai satura, essa viene controllata tramite due unità di misura: l’UMIDITA’ assoluta, e l’UMIDITA’ relativa

 

LA CONDENSA DARAFFREDDAMENTO è INVERNALE ed ESTIVA

L’aria di raffredda da una parte e dall’altra incidono le condizioni meteorologiche quindi la temperatura.

L’oscillazioni che avvengono nell’arco della giornata vengono risentite non oltre 1m di profondità, mentre quelle annuali hanno un ritardo di circa 6 gg ogni25 cm.

La diagnosi è difficile: si opta per la ricerca della disdetta “PARETE FREDDA”: la superficie con temperatura più  bassa sottrae calore all’aria e la porta a saturazione o quasi, convogliando condensa sulla sua superficie.

 

 

UMIDITA’ DA PIOGGIA E VENTO

Infiltrazione di acqua piovana attraverso punti mal connessi che sono a contatto diretto con l’acqua e a causa di difetti di costruzione anche nelle pareti esterne, penetrazione di sali marini o sostanze chimiche possono intaccare l’intonaco a favorire la penetrazione. Maggior contributo è dato dalla velocità cinetica delle gocce, dalla quantità di massa cadente in un tempo eccessivo, dalla forza energica del vento stesso, trasportano con loro polveri e creano percolamenti, si depositano terreni e macchie di certe dimensioni compaiono per l’abbassamento di temperatura.

 

 

TECNICHE DI RISANAMENTO

 

–          vespai areati – vespaio orizzontale per isolare il piano di calpestio degli ambienti siti al piano terra o sotto al suolo

CAUSE: umidità ascendente dal suolo o umidità da condensa o ancora umidità alternante causata dalla presenza di materiali igroscopici.

REALIZZAZIONE: impiegare materiali di basso peso specifico ed asciutti; escludere sabbia, ghiaia, tufo, arenaria, calcari;

asfaltare la superficie sotto il vespaio e non quella sotto il pavimento in modo da lasciare asciutto il vespaio;

non posare il pavimento direttamente su strutture murarie, ma interporre un coibente;

areare il vespaio con canali o fori nel muro perimetrale in modo da far circolare aria esterna nel vespaio ed evitare infradiciamenti.

–          Intercapedini – miglior dispositivo per proteggere i muri interrati degli edifici dal contatto diretto con i terreni imbevuti d’acqua. Abbiamo:

a) intercapedine perimetrale : a ridosso del perimetro esterno dell’edificio può essere aperto (dove ci sarà un abbassamento della quota d’arrivo dell’umidità in altezza) oppure coperto. Il primo passo è eliminare il contatto fra terreno e muro per interrompere la capillarità, poi areare permettendo l’evaporazione ed il prosciugamento, intercettando e prosciugando.

REALIZZAZIONI: una ventilazione efficace tramite la costruzione di camini, di un intercapedine continuo, l’uso di griglie orizzontali sul marciapiede e verticali sul muro.

b) contromuro sulla parete interna:

REALIZZAZIONI: un muro sottile dello spessore di un concio in piano e più spesso in coltello alla distanza di 5 o10 cm. dalla parete umida senza contatto con esso.

Tre tipi:

– con camera d’aria totalmente chiusa – quando non è possibile ventilare la camera d’aria attraverso il muro esterno, assicurando il risanamento del locale malsano, ma soffocandone l’evaporazione dei muri perimetrali, causando una risalita dell’umidità al piano superiore. Si può riempire lo spazio tra il muro umido ed il contromuro con del carbone vegetale ben secco che assorbirà l’umidità da condensazione.

–        con camera d’aria comunicante attraverso il muro umido con l’esterno – realizzare sotto il  pavimento e lungo la parete umida un canale da porre in comunicazione con l’esterno attraverso fori aperti nel muro umido  e fori posti in alto poco sotto il soffitto, per favorire il ricambio continuo dell’aria umida con la ventilazione.

–        con camera d’aria comunicante in alto verso l’interno ed in basso verso l’esterno, con estrazione forzata dell’aria umida – un lavaggio dell’aria satura che si accumula tra la parete umida e il contromuro.

 

–            Drenaggi: è un procedimento che viene utilizzato per eliminare l’eccessiva umidità dal terreno che potrebbe provocare danni irreversibili come smottamenti e frane. Eseguendo uno scavo profondo fino al piano di fondazione  si convogliano le acque con una tubazione drenante posta sul fondo dello scavo. Solo l’acqua piovana resterà a contatto con i paramenti esterni mentre l’acqua che si infiltra nel terreno verrà convogliata nel tubo. Con un marciapiede si può fermare la penetrazione lungo il perimetro dell’edificio.

–          Tagli meccanici :

– barriere chimiche

– elettrosmosi ed elettroforesi

 

 

 

 

Progettare un piccolo attico con lo studio millimetrico degli spazi

 

Il progetto di ristrutturazione dell’attico nasce dalla volontà del cliente, un giovane intellettuale, di dare una maggiore funzionalità alla distribuzione del suo appartamento e al contempo riuscire a sfruttare in maniera ottimale tutti gli spazi di difficile utilizzo, dovuti alle diverse altezze delle falde.

 

Pianta stato attuale

Come si può notare dalla rappresentazione planimetrica, la vecchia disposizione prevedeva una prima camera da letto all’ingresso ed una seconda con accesso dalla cucina, con una conseguente compenetrazione poco piacevole di spazi. In questo modo risultavano compromessi in pieno gli schemi distributivi ed i percorsi della casa.

Il progetto di ristrutturazione è sorto quindi dalla volontà di suddividere gli ambienti in modo funzionale, distinguendo innanzitutto la zona giorno dalla zona notte. All’entrata dell’appartamento è stata disposta la zona giorno, con soggiorno-prazo e cucina, mentre nella parte retrostante, in una posizione quindi più riservata, la zona notte.

 

Stato di progetto

L’ingresso dell’attico è stato progettato in modo da creare un ambiente accogliente e funzionale, attraverso la realizzazione di un elemento multifunzionale. Si è pensato ad una struttura in cartongesso, composta da scaffalature lungo le pareti lineari e da una cappottiera nella parte angolare. L’obiettivo era quello di soddisfare le esigenze legate all’ingresso, ma allo stesso tempo integrare esteticamente questo ambiente all’area living dell’appartamento. A completamento di questa zona, sulla sinistra dell’ingresso è stata progettata una piccola struttura in cartongesso, con all’interno un simpatico gioco di bucature, necessario a creare un filtro di separazione  tra l’ingresso e la zona conversazione, oltre che utile per dissimulare la presenza poco gradevole di un pilastro.

 

Si accede quindi alla zona soggiorno-pranzo, arredata in modo da sfruttare correttamente le altezze delle coperture. Il tavolo è stato collocato nella parte alta per renderlo fruibile da tutti i lati, mentre nella parte bassa, di fronte al divano, è stato posizionato il televisore, integrato in una parete multifunzionale in cartongesso, capace di sfruttare al meglio tutti gli spazi, e allo stesso tempo in grado di conferire un aspetto elegante e leggero ad una parete di limitate dimensioni.

 

Zona soggiorno pranzo Parete Porta TV

 

Alla destra dell’ingresso è stata posizionata la cucina, dove nella parte alta è stato collocato l’arredo fisso, mentre nella parte bassa è stato progettato un tavolo snack, leggermente più profondo del normale, per compensare alla diversità di altezze della copertura e permetterne quindi un agevole utilizzo. In fondo, inoltre, è stato ricavata una zona lavanderia, completa di lavatrice e lavatoio con scaffalature superiori per riporre tutto il necessario per la pulizia della casa.

Cucina

Il bagno è stato lasciato nella posizione originale, ma con alcune variazioni essenziali, come quella di inserire una porta a scrigno, e quella di incassare la doccia nella parete retrostante per consentire una disposizione dei sanitari che ne garantisse un’ottima fruibilità, data la scarsità dell’altezza presente in questa parte dell’appartamento.

 

Sezione Bagno

Subito dopo il bagno, una porta suddivide l’area notte, dal resto dell’appartamento. La camera da letto è stata pensata in modo da avere le giuste altezze per accedere comodamente al letto da tutti i suoi lati. Dietro la testata del letto è stata inoltre creata un parete in cartongesso con delle spaziose cavità, disposte secondo giochi di volumi, per risolvere l’impossibilità di posizionare entrambi i comodini a causa della mancanza di spazio.

 

Zona Letto

Nella parte alta della zona notte, centralmente tra la camera da letto e lo studio privato, è stata realizzata un’ampia e spaziosa cabina armadio, in grado di sfruttare al massimo gli spazi attraverso scaffalature a tutta altezza.

Infine è stato progettato lo studio, intimo e riservato, dove sulle pareti laterali, più basse, sono state disposte, scrivania e poltrona, mentre sulla parete alta è stata collocata una capiente libreria.

HOME

Il Gress porcellanato posato senza colla, a secco, e smontabile!

In alcune ristrutturazione ci si trova di fronte alla difficoltà, dovuta a vari motivi, di rimuovere la pavimentazione preesistente. In questi casi un sistema innovativo per risolvere il problema è rappresentato, nel campo delle pavimentazioni a secco, ovvero senza l’uso di collanti, dal pavimento Del Conca fast, costituito da lastre di gres porcellanato di diverse dimensioni, che si incastrano tra loro, attraverso un sistema di assemblaggio ad incastro..

Si tratta di un pavimento flottante, che può quindi essere utilizzato anche al di sopra di un pavimento già esistente, risparmiando gli onerosi costi di demolizione del vecchio strato di pavimentazione e del conseguente rifacimento del massetto sottostante. Questo sistema può, inoltre, risultare molto conveniente nel caso in cui sia necessario praticare tracce nel solaio per la ridistribuzione degli impianti.

Oltre alla praticità della posa, questa pavimentazione presenta numerosi vantaggi anche dal punto di vista delle prestazioni offerte. È un rivestimento che non teme l’umidità o l’eventuale presenza d’acqua, è facilmente lavabile e per questo può essere installato in bagni e cucine, ambienti dove altre tipologie di rivestimento a secco come i laminati, mostrano numerosi limiti. Il gres porcellanato, infatti, è un materiale che non ha bisogno di particolari cure di manutenzione, ed essendo un rivestimento molto duro e resistente si adatta bene a innumerevoli situazioni.

Un ulteriore vantaggio è rappresentato dall’esiguo spessore delle lastre di pavimentazione, che posizionate su uno strato già esistente producono un ridotto innalzamento del livello dell’appartamento. Il nuovo pavimento è quindi facilmente gestibile e uniformabile con il resto delle superfici pavimentate.

Questa sistemazione prevede infine la possibilità di una futura rimozione al fine di recuperarlo per un successivo uso, sia per il trasferimento in un nuovo appartamento sia per una successiva ristrutturazione. Per questo è molto indicato anche nelle abitazioni in affitto.

Infine, ha un’ottima resa estetica, dovuta sia alla qualità del materiale, sia all’assenza di fughe. Il pavimento flottante, incastrato a secco infatti è l’unico in gres porcellanato in grado di essere assemblato in totale assenza di fughe.